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4
aprile 2004
Parlare
della morte di Gesù non mi è molto
facile, non perchè non conosca i fatti, ma
perchè alcuni aspetti di questo avvenimento
mi disturbano un pò. Sono tentato di dire
che con questa morte io non ho niente a che fare.
Sono innocente, non solo non c'ero ma, se ci fossi
stato, io avrei agito in modo diverso ...credo.
Se devo proprio essere sincero, aggiungerei che
non gli ho chiesto io di sacrificarsi per me. E
come se non bastasse, nell'ombra del cuore ho un
altro dubbio. Non mi sento a mio agio con l'idea
di un Dio che ha "bisogno" della morte
di un uomo innocente. Un Dio non dico crudele, ma
quanto meno sordo al grido di un moribondo. Tra
pochi giorni uscirà il film "La Passione
di Cristo" di Mel Gibson. Certamente si scatenerà
una ridda di voci; tavole rotonde, interviste a
esperti, articoli e copertine di quotidiani e riviste.
Forse ricaccerò indietro i miei dubbi e accetterò
opinioni di seconda mano, oppure proverò
a cercare alcune risposte, alcuni dubbi resteranno
ma almeno avrò provato.
Se non mi avete ancora abbandonato, accettate un
consiglio: se dovete scegliere tra un film bello
ed uno brutto, date retta a me, scegliete quello
bello, è meglio. Io andrò al cinema
a vedere il film di Mel Gibson perchè credo
proprio che sarà bello. Dicono sia molto
violento, ma questo me lo immagino. La crocifissione
è il supplizio più crudele escogitato
per mettere a morte un condannato. Mi aspetto sangue
e violenza, dolore e morte, ma anche un lieto fine.
Infatti ho letto il libro e conosco la fine.
Personalmente, cerco sempre di fare così:
prima di vedere un film, se c'è, leggo il
libro da cui è tratto, perchè spesso
non solo la stessa cosa.
Ammetto che è più facile "vedere"
i Promessi Sposi che "leggere" i Promessi
Sposi. Ma è anche vero che i Vangeli non
sono molto lunghi, cento pagine al massimo (anche
se a leggere sei un bradipo come me, bastano poche
ore).
La Passione tratta delle poche ore che precedono
la morte di Gesù. Il film non l'ho ancora
visto ma ho letto i Vangeli, e forse anche voi lo
avete fatto.
Guardiamo un pò i diversi protagonisti che
affollavano la cima del colle detto Golgota.
C'è un uomo che muore, alcuni soldati, una
folla di curiosi, un pò di amici, qualche
parente, i capi sacerdoti, due malfattori (anche
loro in croce) e poi lui, Dio. La morte violenta
è sempre una cosa tragica e triste, ancora
di più se consideriamo che uno dei condannati
è innocente. E` doloroso, ma sono cose che
accadono. Forse è un errore giudiziario,
ma casi di questo tipo non sono rari, forse è
un martire quello che muore, ma anche questa considerazione
non rende questo evento unico. Anche ai nostri giorni,
innocenti muoiono in modo violento e ingiusto. Martiri
involontari che si sacrificano per altri. Quest'uomo
però, ha alcuni aspetti particolari: sosteneva
di essere Dio, non era pazzo, anzi, era straordinariamente
equilibrato, saggio e non era un illuso. Alla sua
morte, accadono alcuni fatti interessanti: il sole
si oscura, Gesù lancia un grido straziante,
il velo del tempio si spezza in due, c'è
un terremoto, e le tombe si aprono.
Questi fatti sono così particolari che anche
l'ufficiale romano e i soldati commentano con spavento:
"Veramente, quest'uomo era figlio di Dio!"
(Matteo 27: 54)
Sono soldati romani, non credo fossero facilmente
impressionabili, abituati alla morte e al sangue.
Perchè questi segni accadono? Guardiamoli
uno ad uno.
Il sole si oscura: perchè quello che seguirà
dopo sarà l'inizio del nuovo giorno.
La terra trema: l'intero creato sussulta, niente
è come prima, le mani di chi ha creato ogni
cosa sono senza vita.
La cortina del tempio si spezza: la separazione
fra Dio e l'uomo non esiste più, adesso tramite
Cristo, l'uomo può presentarsi al cospetto
di Dio.
Le tombe si aprono: i figli di Dio rinascono e risorgono
dalla tomba dei fallimenti. Non è vero che
la morte è la fine di tutto, non è
vero che la mia vita è tutta inutile, non
è vero che non posso farcela.
Gesù lancia un grido: Il peso dei peccati
dell'uomo è tutto su Cristo e Dio tace. Il
suo grido è anche il mio, e il silenzio di
Dio è amore e non lontana indifferenza.
Voglio approfondire quest'ultimo concetto perchè
Dio non è un Dio sanguinario che ha bisogno
del sangue di un innocente per essere placato.
Vi presenterò un esempio che forse vi è
realmente capitato.
Vi è mai successo che un uccellino vi sia
entrato in casa on nel garage? E` un animalino fragile
e spaventato, sbatte terrorizzato contro il vetro
della finestra e non riesce a uscire. Cerchi di
spingerlo ad andare verso la porta aperta, ma è
inutile. Prendi un giornale o una scopa per aiutarla
a uscire, ma non c'è niente da fare. Così
alla fine, lo catturi e lo porti fuori. Per pochi
secondi, senti nella tua mano il suo cuore che batte
all'impazzata. Ma questa non è tutta la storia;
infatti, il passerotto, tutto arruffato, quando
torna a casa, ha una bella storia da raccontare
a sua moglie. "Se sapessi cosa mi è
successo! E` stato terribile! Volavo tranquillo
quando all'improvviso mi sono ritrovato prigioniero
in un luogo strano. Da un'apertura, vedevo il cielo;
ma una barriera invisibile mi bloccava. Come se
non fosse già abbastanza, c'era anche un
mostro orrendo che cercava di uccidermi. Mi ha anche
catturato, ma sono stato bravo. Gli ho dato una
bella beccata, e sono riuscito a fuggire. Sono vivo
per miracolo!"
Un gesto d'amore può essere frainteso se
non si può comunicare. Ma come si può
parlare a un passerotto? C'è solo una maniera:
diventare come lui. E` quello che fa Dio. Lui vede
quello che io non vedo. Il peccato mi potrebbe ferire
e uccidere, ma Lui diventa come me e mi libera.
Anche se io sono più un pipistrello che un
passerotto, non fa differenza. Non gli faccio schifo,
e mi libera. E come se non bastasse, prende la mia
bruttezza, la indossa al posto mio ed estingue i
miei debiti. Perchè il peccato è come
un grosso debito, così grosso che non può
essere ripagato (Matteo 18:23-35). La liberazione
dal debito è un grande regalo, ma Dio va
ancora oltre e mi chiama figlio (Giovanni 1:12)
"Alcuni hanno creduto in Lui e a questi Dio
ha fatto un dono, di diventare figli di Dio".
Sto veramente abusando della vostra pazienza, ma
ora procederò più velocemente a esaminare
gli altri protagonisti.
Gli amici sono pochi, quasi tutti sono scappati
via (Matteo 26:56), alcune donne guardano la scena
da lontano (Matteo 27:55), dei suoi discepoli non
c'è quasi nessuno.
I capi sacerdoti non solo complottono per arrestarlo
e farlo morire, ma lo deridono e inventono una storia
per negare la sua risurrezione (Matteo 26:3-5, Matteo
27:41-44, Matteo 28:12-15).
Anche i due malfattori lo deridono, ma uno dei due
ammette: "Noi abbiamo meritato il castigo,
ma lui è innocente" (Luca 23:39).
Non è un bel panorama, e c'è ancora
di peggio.
Giuda lo tradisce per una somma di denaro non troppo
alta (Giovanni 12:6, Marco 14:44-46).
I capi sacerdoti presentano una falsa accusa con
falsi testimoni e tramite Giuda trovano il momento
giusto per catturare Gesù e non causare una
ribellione popolare (Marco 14:44-46).
Pilato interroga Gesù, ha l'autorità
di rilasciarlo, lo giudica innocente (Matteo 27:19-26,
Luca 23:4-24) ma per viltà preferisce che
muoia così da non inimicarsi le autorità
giudaiche. La folla si lascia convincere dai sacerdoti
(Matteo 27:26) e tutti invocano la crocifissione.
Non sono forse questi e solo questi i veri responsabili
della sua morte? Purtroppo non è così,
chi ha determinato la morte di Gesù non fu
Giuda per denaro, non fu Pilato per viltà,
non furono i Giudei per invidia, ma è stato
il Padre celeste a motivo dell'amore.
"Dio non ha risparmiato il proprio figlio,
ma lo ha dato per tutti noi" (Romani 8:32).
Il suo sacrificio è volontario, infatti "Il
figlio di Dio mi ha amato, ed ha dato la sua vita
per me" (Galati 2:20).
La crocifissione di Cristo è una storia di
dolore, piena di ingiustizia, e di malvagità,
di codardia e di odio, ma è principalmente
una storia che parla di amore, di sacrificio e di
perdono. "Eppure egli portava le nostre malattie,
si è caricato dei nostri dolori....l'Eterno
ha fatto ricadere su di Lui le colpe di tutti"
(Isaia 53:4-6)
Ma il cuore del Vangelo e della Passione di Cristo
non è la sua morte, ma la sua risurrezione.
Cristo resta solo poche ore sulla croce, pochi giorni
nella tomba, risorge e sale al Padre (Matteo 28:6,7).
Mi piace pensare a Gesù che ritorna alla
presenza di Dio. Sorridendo gli dirà: "Guarda
Padre, durante gli ultimi minuti della mia vita
ho convinto un altro peccatore a venire con me"
(Luca 23:42, 43).
Adesso egli è via, ma non è inoperoso,
infatti ci sta preparando un luogo dove andremo
per restare con lui (Giovanni 14:1-3).
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